La cultura è un aspetto importante che contraddistingue persone di una certa portata e con una certa personalità. Purtroppo in Italia fatica a trovare il posto giusto all’interno del mondo del lavoro in quanto scuola e lavoro non camminano di pari passo.
Se l’approccio scolastico e quello alla formazione avessero una portata diretta alla pratica e ai ruoli che ogni soggetto ha all’interno del mercato del lavoro, forse la cultura sarebbe considerata diversamente, come valore aggiunto ma imprescindibile della professionalità di ogni lavoratore
Cos’è la cultura
La cultura rappresenta l’insieme di tutte le conoscenze generali e specifiche che una persona può avere. All’interno di un’azienda, un datore di lavoro mira a creare un team di collaboratori che sia in grado di approcciarsi bene alla propria mansione ma che nell’insieme sia in grado anche di sfoggiare la cultura di cui ha bisogno per fare bella figura e far fare di conseguenza bella figura anche all’azienda. Essere acculturati può significare essere in possesso di uno strumento in più, non da tutti e non per tutti, capace di dare al soggetto in questione le armi per capire il lavoro, per entrare nel mondo del lavoro e resistere al suo interno.
Rispetto ad altri stati, l’Italia risconta una maggiore difficoltà a vedere incontrarsi cultura e lavoro, perché non camminano sulla stessa linea donna, perché non si costruiscono insieme. Si pensi alla scuola e non da meno all’università: tutta la teoria che viene impartita non serve granché a creare un mondo professionale ed aziendale di rilievo. Spesso ai giovani manca quella preparazione in grado di garantire loro delle skills e delle conoscenze che permettano un più facile ingresso nel mercato del lavoro.
L’università italiana, ovvero l’ultimo step di preparazione e cultura per chi studia, fatica a stare dietro ai cambiamenti, fatica a creare quel bagaglio culturale ad hoc per lo studente pronto ad inserirsi all’interno del mercato del lavoro. Secondo alcune risorse, il 39% degli studenti che poi vengono contattati dalle risorse umane non hanno abbastanza preparazione culturale per ricoprire i ruoli a cui ambiscono.
Perché è importante la cultura
Da quanto appena detto, emerge come il ruolo della cultura sia importante e di rilievo all’interno del mercato del lavoro. Sarebbe opportuno modificare e facilitare (incentivando) la formazione del bagaglio culturale per agevolare soprattutto i giovani ad inserirsi all’interno del mercato del lavoro. Sarebbe un gran passo in avanti prendere spunto dalle università straniere, per creare un ponte tra conoscenze (ovvero cultura) e mercato del lavoro. Le aziende devono essere messe a stretto contatto con le università, per rendersi realmente conto della preparazione degli studenti e di quanto questi ultimi sviluppino il giusto bagaglio di cultura per ricoprire poi un ruolo di rilievo oppure no.
Così facendo si creano delle allettanti occasioni che danno modo e spunto agli studenti di imparare non per concludere il corso di studio ma effettivamente per fare tesoro delle conoscenze acquisite. È importante che i ragazzi facciano esperienza, ma è importante anche orientale i giovani verso l’acquisizione di nozioni e conoscenze che possano distinguerli all’interno del mercato del lavoro.
Inoltre, ed è cosa di cui tenere conto, la cultura è anche uno strumento per sentirsi aperti mentalmente e per giostrare da un argomento all’altro senza mai fare brutte figure. Cultura può voler dire sapere qual è il miglior sito di slot online, può voler dire sapere le capitali degli stati, o anche date storiche: in ogni caso è importante averne anche per entrare nel mondo del lavoro, per avvalersi di una marcia in più rispetto ai competitors e per scalare la piramide all’interno dell’azienda o comunque del contesto lavorativo in cui si opera.